Quella della gallina faraona è una ciccia particolarmente buona, digeribile, sana e quindi assai “nobile”: come saggiamente dicevano gli antichi romani, che ne erano ghiottissimi (rappresentazioni di galline faraone decorano un affresco di Pompei), nomen omen (trad: nel nome il destino).
Aristotele e Sofocle ne citano nelle loro opere le origini leggendarie, identificando in questi simpatici pennuti niente meno che le sorelle dell’antico eroe Meleagro, da cui è tratto il nome scientifico (Numida Meleagris).
Insomma: con tanta nobile storia alle spalle, non si può certo tralasciare questa prelibatissima tipologia di pollame.
E che si tratti di un alimento ottimo anche dal punto di vista nutrizionale, è presto illustrato dalla seguente tabella: tra tutte le principali fonti di proteine animali, la ciccia di gallina faraona risulta la più povera di grassi, e in particolare di colesterolo.
In onore delle gloriose origini africane quindi, presentiamo una ricetta tipicamente mediterranea…
Ingredienti (per 4 persone):
Una bella gallina faraona, tagliata a pezzi dal macellaio, e completa delle sue rigaglie
Una cipolla bianca
Due bicchieri di vino rosso
Tre pomodori maturi
100 g di olive nere denocciolate
Alloro
Prezzemolo
Olio, sale, pepe
Preparazione:
Per prima cosa, dopo aver ben lavato le rigaglie di faraona (cuoricino, fegatino ecc.), tagliatele abbastanza finemente al coltello. Soffriggete quindi in olio la cipolla tagliata a pezzettoni e, appena è dorata, aggiungete due foglie di alloro intere ed il trito preparato, mescolando con un cucchiaio di legno.
Appena il tutto risulta ben rosolato, mantenendo la fiamma alta, aggiungete i pezzi di faraona e rosolateli su tutti i lati, facendoli ben colorire. A scelta, possono anche essere infarinati prima della rosolatura.
Aggiungete sale e pepe, quindi bagnate con il vino (la ricetta originale prevede vino rosso, essendone sprovvisti abbiamo usato quello bianco), e appena questo sarà evaporato, unite i pomodori ben lavati e tagliati in quarti.
Le scuole di cucina insegnano a privare i pomodori di buccia e semi prima dell’utilizzo in cottura, per ottenere un risultato sicuramente più “fine”, ma forse non più salutare. Le bucce di pomodoro infatti sono ricchissime di licopene, un efficacissimo antiossidante con proprietà antitumorali. Nel nostro piatto quindi i pomodori sono stati aggiunti con la buccia, ma se trovate fastidiosa la presenza delle bucce e desiderate mantenere in pieno le proprietà del licopene, esistono prodotti specifici di qualità elevata ad alto contenuto di licopene.
Coprite ora la casseruola con il coperchio e proseguite la cottura a fiamma bassa (tempo occorrente: almeno 45 minuti), bagnando con vino all’occorrenza.
Quando mancano 10 minuti al termine della cottura, aggiungete le olive nere denocciolate e prima di servire spolverate con prezzemolo fresco tritato.
Devo gustare questa faraona che anche gli antichi romani gustavano...
RispondiEliminaAnch'io ce l'ho questa pentola di colore crema... la utilizzo spesso, cuoce bene tutto...
un abbraccio
Che meraviglia! ai due opposti del globo terrestre utilizziamo la stessa pentola!
RispondiEliminaGrande Titti!!!
Si vede da queste cose che sei una vera intenditrice ;)
E con un così bel tegamone in cucina chissà anche tu che buoni manicaretti prepari: se ti va di mandarci una tua ricetta la proviamo molto volentieri!
Baci!